

L’azienda agricola di Palazzo di Varignana inaugura a novembre 2023 il suo frantoio: 300 metri quadri di sito produttivo circondato dagli oltre 195.000 alberi di olivo di proprietà.
Il frantoio è il luogo dove vengono portate le olive destinate alla produzione di olio extravergine di oliva e nel quale si svolgono tutti i processi di lavorazione. La vicinanza del frantoio agli oliveti ci consente un’immediata molitura del raccolto e la possibilità di avere una filiera integrata in un unico luogo, gestita ed organizzata dal nostro personale che ogni giorno si dedica amorevolmente alla cura del territorio di Varignana.
La molitura è una fase fondamentale della produzione che da noi avviene a ciclo continuo a due fasi, con un impianto moderno dotato di sistemi a ridotto impatto ossidativo a bassa temperatura di lavorazione al fine di poter lavorare ogni varietà di oliva alla specifica temperatura esaltandone il fruttato o per controllare e modificare la quantità di polifenoli e quindi l’intensità dell’amaro e/o del piccante.
A partire dal 2015 ha avuto inizio un ambizioso progetto agronomico che ha portato a riqualificare il paesaggio riportando in attività grandi porzioni di terreni incolti e antiche cultivar autoctone. Oggi vantiamo il più grande oliveto di tutta l’Emilia-Romagna che si estende su oltre 265 ettari di poderi.
Il nostro amore e rispetto per il territorio ci hanno portato a scegliere le più rappresentative cultivar dell’Emilia-Romagna, come la Ghiacciola e la Nostrana. Queste, insieme alle varietà Frantoio e Leccino, compongono circa la metà delle coltivazioni di olio. Nell’altra metà degli oliveti sono presenti cultivar del centro Italia, come il Maurino e il Leccio del Corno.
Da qui nasce una collezione di extravergini che si rinnova ogni anno: cinque monocultivar - Brisighella D.O.P, Claterna Bio, Vargnano, Pandesco Bio e Stiffonte - e due blend. I nostri Oli si distinguono per la loro grande complessità, l’equilibrio aromatico e gustativo, prodotti di eccellenza di una filiera integrata a km0 che raccontano una storia d’amore con la natura.

La storia del progetto enologico dell'azienda agricola Agrivar di Palazzo di Varignana muove i suoi primi passi nel 2016 con la messa a dimora di alcuni vitigni autoctoni ed altri internazionali per una prima produzione di cinque tipologie di vini, vino bianco e vino rosso: Villa Amagioia Blanc de Noirs Metodo Classico Brut, Villa Amagioia Blanc de Blancs Metodo Classico Brut, Chardonnay Colli di Imola, Sangiovese Superiore Doc e Pinot Nero.
La contaminazione di vitigni autoctoni ed internazionali generano uno straordinario valore alle nostre viti e vini. La popolazione di viti così diverse dedicate in appezzamenti distinti genera la nostra valle dei miracoli. Le condizioni microclimatiche, gli influssi mediterranei compensati da un territorio continentale, l'orientamento nord-sud della valle e l'orientamento est-ovest delle vigne sono la combinazione perfetta per donare sole e calore ai vigneti e a generare eccellenti vini.
La missione di Agrivar di Palazzo di Varignana è produrre vini italiani di qualità che raccontino la forza, l'identità e le caratteristiche del territorio italiano. La tenuta e la cantina da cui i vini provengono sono situati sul particolarissimo territorio delle colline di Varignana, a pochi km da Bologna, consegnando al pubblico profumi, sapori e sfumature.
Per la produzione, ci avvaliamo delle più moderne tecnologie, in modo da garantire la salvaguardia delle genuinità e delle proprietà organolettiche dei vini. La barricaia, sotto le sue imponenti volte in mattone rossi, ospita le botti in legno di rovere francese in cui i vini giovani riposano e affinano per raggiungere il giusto grado di maturazione e divenire la miglior espressione del terroir e dei vitigni che lo hanno generato.
Tutte queste particolarità: filiera ragionata e non frazionata, filiera multietnica, unicità dei suoli e tecnologia all'avanguardia rappresentano i requisiti distintivi che rendono eccellente la Cantina di Agrivar e l'operato delle persone che trasformano il prodotto perchè fare vino è un approccio culturale.